La Galleria delle Meraviglie

Vaso con anse Loetz verde uranio, 1911-12

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1.800,00  IVA inclusa

Vaso con anse Loetz verde uranio, 1911-12

Raro vaso in vetro doppio con anse applicate a caldo, decoro di bacche e foglie nei toni del marrone, finemente inciso ad acido su fondo verde uranio.
Firma in rilievo a cammeo "Loetz".
L'oggetto, in eccellente stato di conservazione, è accompagnato da un certificato di autenticità del Signor Franco Borga, Esperto di vetri Art Nouveau e Art Déco dell'Unione Europea Esperti d'Arte.

Provenienza
Impero Austro-Ungarico o Boemia

Epoca
Primo decennio del XX secolo (1911-12)

Misura
Altezza 13,5 cm. circa.

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Note
Johann Loetz (1778-1848) rileva la vetreria di Klostermühle (oggi Kastersky Mlyn, in Repubblica Ceca) fondata da Johann Baptist Eisner von Eisenstein nel 1836, che dopo la sua morte viene diretta dalla moglie, Susanna Huskova (nata nel 1809), con l’iscrizione al registro del Commercio (Pretura di Pisek) sotto la denominazione Ditta Johann Loetz Witwe.
Nel 1879 il nipote, il barone Max Ritter von Spaun, prende le redini della vetreria, mordenizzando i procedimenti e chiamando alla direzione artistica il tecnico Eduard Prochaska, istancabile inventore di nuove tecniche. Con la lavorazione di vetri imitanti le pietre semi-preziose, vetri marmorizzati e venati, dà avvio ai decori detti “Intarsia”, fatti con inclusioni a caldo di serpentine o pastiglie di vetro colorato in un vetro chiaro, e “Octopus”, dalle differenti sfumature associate ai blu turchese, con ornamenti opalescenti ripresi ad oro.
Verso il 1890 incomincia con le prime iridescenze di vetri con riflesso metallico, per giungere sul finire del secolo alla realizzazione del vetro “Phänomen” con applicazioni e inserti di filamento di vetro in parte metallizzati, simile al vetro di Tiffany e al famoso vetro “Papillon”, in numerose varianti e combinazioni di colori, caratterizzato da un decoro costituito da punti o placche iridescenti, evocanti l’aspetto delle ali di piccole farfalle. Realizza anche altri vetri battezzati “Colombia”, per l’immagine dedicata a Cristoforo Colombo, “Pavonia”, che è un vetro ambrato, “Alpenrot” e “Alpengrün”, che sono dei vetri colorati chiari e luminosi, e ancora “Rusticana” e “Pampas”.
All’inizio del secolo crea “Calliope”, un vetro iridescente blu-verde dal decoro a disegni floreali, “Formosa”, molto simile al “Calliope” ma dai motivi astratti, “Creta”, un vetro iridescente con ornamenti in rilievo, “Cytisus”, vetro perlato con iridescenze dorate, “Orpheo”, vetro ambrato a iridescenza a lustro (tecnica che appartiene alla ceramica, ma che si presta anche al vetro), di particolare lucentezza e dagli straordinari riflessi cangianti, che più si avvicina al “Favrile” di Tiffany. Inoltre, la manifattura, verso il 1910, propone vetri a cammeo secondo il gusto francese, a due strati dai motivi floreali incisi ad acido.
Nel 1908 Max, Barone Ritter von Spaun Junior (nato nel 1883) succede al padre nella direzione dell’impresa, che conta 200 lavoranti e, nell’anno seguente, chiama, alla direzione artistica, Adolf Beckert (1884-1929) che collabora proficuamente, fino al 1911, quando è chiamato a insegnare alla prestigiosa Scuola d’Arte Vetraria di Steinschënau. Molti sono i creatori dei modelli e dei decori, anche se la collaboratrice più importante è senz’altro la pittrice Maria Kirschner, autrice, tra il 1898 e il 1914, di 270 modelli eseguiti in serie dalla manifattura. Si ricordano anche l’architetto Leopold Bauer (1872-1938), creatore di oltre 60 modelli che si distinguono per il pregio della purezza delle forme, e Franz Hofstätter, che disegna una serie di vasi che ottengono il Grand Prix all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900.
Lo stesso Adolf Beckert arricchisce la collezione con composizioni a tema vegetale per incisioni ad acido su vetro a più strati, con una originale concezione completamente differente dalla tradizionale tecnica di incisione ad acido, ottenendo, per ripetizione d’acidatura, rilievi molto elaborati. A cominciare dal 1900, per conto della Bakalowits & Söhne, si realizzano i progetti di Kolo Moser e dei suoi allievi Jutta Sika, Antonietta Krasnik e Robert Hollubetz. Non possono mancare nella collaborazione gli artisti della Wiener Werkstätte, i cui disegni la Loetz mette in produzione; tra questi Josef Hoffmann, Otto Prutscher, Michael Powolny, Dagobert Peche.
Nel 1911, nonostante il prezzo dei prodotti Loetz sia inferiore a quello di Tiffany, la crisi economica porta l’azienda al fallimento. Diventa una Società per Azioni e, ridimensionata, riprende nel 1913; soci continuano ad essere i baroni Ritter von Spaun e la nuova denominazione sociale diventa Johann Löetz Witwe Gesellschaft. La nuova gestione, oltre a sollecitare per i progetti gli artisti della Wiener Werkstätte, chiede la collaborazione dei disegnatori Carl Witzmann, Hans Bolek, Milla Weltmann, Arnold Nechansky, Cesar Poppovits.
Nel 1914 la Loetz impiega 150 dipendenti per produzione di vasi, ciotole, coppe, scatole, candelieri, lampadari, paralumi, piastrelle e servizi di bicchieri e riprendono le esportazioni nel mondo intero, compreso il Sud America e l’Australia.
Purtroppo la grande maggioranza dei prodotti Loetz non porta la firma, tranne certi pezzi destinati all’esportazione (soprattutto quando la firma è richiesta dal committente) e i vetri a cammeo, incisi ad acido.

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