Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

Torino.
... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

Orient-Express.
... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
Giangi Castellano
14 hours ago

... See MoreSee Less
This message is only visible to admins.
Problem displaying Facebook posts.
Problem displaying Facebook posts.
Error: No posts available for this Facebook ID
Prodotto nei **Paesi Bassi** nel 1580 circa, è attualmente esposto nel **Museo dell'Ermitage** a **San Pietroburgo** (Russia). ... See MoreSee Less
Comment on Facebook
Comment on Facebook
Creato nel 1880 (e firmato) dal celebre vetraio franco-lorenese ***Emile Gallé*** (1846 - 1904).
Valutato tra i 5.000- 8.000 euro, è stato battuto all'asta per 17.920 euro. ... See MoreSee Less
Comment on Facebook
Comment on Facebook
È considerato l’oggetto più prezioso al mondo:
3964 pietre preziose,
198 smeraldi,
168 rubini,
3.328 diamanti.
Il tutto raggiunge i 18 kg di peso.
Conservata nel Duomo di Napoli insieme a tanti altri gioielli ed ex-voto del Santo . ... See MoreSee Less
Comment on Facebook
Comment on Facebook
Anche se sembrano soggetti molto moderni, quelli che Cartier portò alla ribalta negli anni ruggenti sono gioielli ispirati al design indiano diventati poi oggetto del desiderio dei collezionisti.
Mentre sappiamo poco del set che andrà in asta , molto invece sappiamo di quella che è passata alla storia come la Mountbatten Tutti Frutti Bandeau. Molto più leggera e versatile di una tiara, questa fascia fu acquistata da Edwina da Cartier nel 1928.
Mentre il termine "tutti fruitt" è erroneamente usato per riferirsi a gioielli colorati , la casa di Cartier intendeva usarlo solo con la combinazione di tre gemme preziose: rubino, zaffiro e smeraldo
Nel 1936 Daisy Fellowes, una aristocratica franco-americana erede della azienda di macchina da cucire Singer, commissionò il Collier Hindou, un trionfo di rubini, zaffiri, smeraldi e diamanti che si ritiene siano stati ispirati da una creazione Cartier per il Maharaja di Patna. Era fissato con un cordino di seta regolabile in stile indiano.
Oggi quel collier , ri-acquistato da Cartier nel 1991, viaggia per i musei di tutto il mondo come parte della collezione Cartier.
La storia del modello inizia invero nel 1901, quando Pierre Cartier fu incaricato dalla regina Alexandra di creare un pezzo personalizzato per lei, si trattava di una collana che avrebbe dovuto essere indossata con tre abiti indiani donati da Mary Curzon, la moglie del viceré dell'India in assonanza con il Durbar di Delhi, uno spettacolo di due settimane che celebrava l'incoronazione di Giorgio V come Imperatore dell'India, Cartier acquistò smeraldi intagliati e altre gemme da alcuni ricchi indiani, compresi i maharajah di Patiala e Kapurthala, in quegli anni le famiglie principesche dell'India fecero rimodellare le loro magnifiche collezioni di gemme da Cartier e da altre case di gioielli parigini.
Gli europei, a loro volta, si innamorarono delle preziose gemme dell'India e dei suoi antichi mestieri, compresa la tradizione Mughal di intagliare le pietre come foglie, fiori, bacche e frutta.
Cartier pensò di utilizzare i colori vibranti usati tipicamente nei tessuti indiani attraverso tecniche di moderna gioielleria artigianale per creare un pezzo unico . Ne uscì una collana che ebbe un tale successo da incrementare notevolmente il lavoro richiesto da ricchi committenti alla Casa Cartier. Dieci anni dopo, nel 1911, il fratello di Pierre, Jacques Cartier, partì per il suo primo viaggio in India, viaggio che influenzò ulteriormente lo sviluppo di gioielli tutti frutti quando il maestro orafo tornò a Parigi. Impressionato dai colori vivaci e dai cabochon tradizionalmente scolpiti utilizzati nei design locali, Pierre cercò di incorporare questi elementi nei suoi pezzi, che all'arte decorativa di Mughai.
I pezzi di Jacques Cartier furono creati negli anni '20 utilizzando i più raffinati zaffiri, rubini e smeraldi ricchi di sfumature, con accenti di diamanti. I temi floreali sono usati in abbondanza, come il tradizionale vitigno dell'arte Mughal è raffigurato con un nastro di diamanti.
Le gemme rappresentano fogliame, fiori e anche frutti maturi, di volta in volta sono stati aggiunti tagli di cabochon di varie forme, come le foglie.
I gioielli erano incastonati in platino, lo standard per i gioielli di haute couture dell'epoca
Il nome “tutti frutti” però fu coniato negli anni ’70 ed identificava quell’esuberante tripudio di gemme colorate e intagliate che contraddistingue una società che si pone fuori dalle regole del passato e abbraccia il fascino e la modernità , ma riflette anche uno dei motivi più riconoscibili dell'Art Deco, concepito durante gli anni '20.. ".
Il suo uso stravagante dei colori primari "ha annullato le convenzioni del design del gioiello", ha scritto Pierre Rainero, direttore Cartier di Immagine, Stile e Patrimonio, nel libro "Cartier nel 20 ° secolo". Nello stesso libro, Margaret Young Sanchez, curatore e autore del libro, ha descritto i gioielli Tutti Frutti come un "tripudio di colori", affermando che “….la combinazione delle diverse gemme e le varie sculture di foglie, frutti, fiori, rende quasi impossibile creare lo stesso design due volte….” ... See MoreSee Less
Comment on Facebook
è uno di quegli oggetti che è stato con noi per migliaia di anni senza quasi mutare il suo aspetto. Altre invenzioni sono cambiate radicalmente, sia nella forma sia nella tecnologia, a volte in pochi anni, ma gli ombrelli di secoli fa sono quasi indistinguibili da quelli di adesso. L’ombrello un’invenzione tutta cinese
Abbiamo descrizioni di un ombrello in Cina risalenti circa al 600 a.C... In un manuale di cerimonie, il Zhou-Li (Il Libro dei riti), descrive come posizionare l’oggetto per coprire l’Imperatore nelle sue apparizioni.
Gli europei, già dell’antica Grecia, avevano associato il parasole (e l’ombrello era molto simile) alle donne.
Così le donne greche indossavano gli ombrelli, come gli Etruschi e i Romani, ma gli uomini non lo facevano. Il concetto stesso di usare l’ombrello per ripararsi dalla pioggia non era comune in Europa. Ombrello, viene da umbra in latino “ombra”.
C’è anche qualche testo di Anacreonte (poeta greco antico) in cui si afferma che per un uomo usare un ombrello era un segno di effeminatezza.
Anche nel 1706 i dizionari lo descrivevano come uno “schermo comunemente utilizzato dalle donne per proteggersi dalla pioggia”.
Uno dei primi uomini a usare apertamente a Londra fu il dottor Jonas Hanway al quale i londinesi non risparmiarono burla ogni volta che usciva con il suo ombrello sotto la pioggia.
Solo verso la fine del XVIII secolo, in Europa, l’ombrello divenne un oggetto di uso comune anche per gli uomini. A poco a poco i materiali furono migliorati…. fino a quando non arrivò la produzione basso costo, ma, curiosamente, l’ombrello ha conservato praticamente lo stesso design descritto da Zhou Li.
L’ombrello, nel corso della storia è stato usato anche come arma: un dissidente bulgaro fu assassinato nel 1978 da un agente del KGB con un ombrello dalla punta avvelenata.
( By caffebook) ... See MoreSee Less
Comment on Facebook
Meravigliosi.
Palazzo Madama pronto per il grande restauro - Mole24
mole24.it
Alla fine dei lavori i visitatori potranno salire sul tetto e un ascensore porterà alla balconata coComment on Facebook
www.noblesseetroyautes.com/collier-dinaara-aga-khan/ ... See MoreSee Less
Comment on Facebook
Lo smeraldo ha un colore vivace e rilassante per l'occhio e mi sembra che sia difficilmente imitabile in qualsiasi modalità di colore , perché ovviamente non si può pensare di realizzare delle vernici con pigmenti di radica di smeraldo , che in ogni caso , non avrebbero la resa cromatica della pietra originale con la trasparenza dovuta , come appunto quella delle pietre di questa collana . /// Lo smeraldo è una pietra delicata che durante l'incastonatura si può rompere e solo la pietra centrale della collana oggi potrebbe costare tranquillamente 20-30 mila € .
Meravigliosa....