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Ciondolo Carillon in oro, onice e smalti, seconda metà ‘700

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Ciondolo Carillon in oro, onice e smalti, seconda metà ‘700

Rarissimo ciondolo carillon (boite à musique) in oro giallo 18 ct. (750), a forma di sigillo, decorato alla base con un fiore stilizzato di smalti rossi e verdi, su fondo rosa "Pompadour".

Dalla base si erge un pilastrino, adornato sulla sommità da un cabochon inciso di onice nera; ruotando, delicatamente, quest'ultimo elemento, si aziona il carillon (ancora perfettamente funzionante) che riproduce una breve melodia.

Provenienza
Francia o Svizzera

Epoca
Seconda metà del XVIII secolo

Misura
Altezza 4 cm. circa; altezza con anello 4,5 cm circa.
La base misura 1,8 per 2,1 cm. circa.
Peso 22 g. circa.

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Note
Fin dal VII secolo veniva chiamato “quadrillo” uno strumento (collocato nei campanili delle chiese maggiori e nelle torri civiche) composto da quattro campane, che potevano essere suonate con dei tasti, connessi ai martelli attraverso delle funi; dal nome latino di questo strumento deriverebbe la parola, di origine francese, “carillon”.
Nel corso del XV secolo i carillon conobbero una grande diffusione in Europa, soprattutto in Olanda e in Belgio, dove, nel corso del secolo successivo, vennero dotati di un meccanismo automatico a cilindro, collegato all’orologio delle torri campanarie.
Ma il vero e proprio carillon nacque ufficialmente il 15 febbraio 1796 quando l’orologiaio ginevrino Antoine Favre brevettò, con la denominazione «carillon sans timbre ni marteau» (“carillon senza campane né martelli”), un meccanismo in miniatura, simile a quello dei carillon di campane, in cui un cilindro in ottone, munito di punte, ruotando sollevava, in ordine definito, delle lamelle in acciaio, perfettamente accordate, che vibrando riproducevano un aria musicale. Favre non trovò i fondi necessari per produrre la sua invenzione, che sarà sfruttata, a partire dal 1802, da Isaac Piguet, con la realizzazione di anelli, sigilli e piccoli orologi da tasca dotati di minuscoli carillon.
Per rendere alcuni oggetti più piatti (come, per esempio, gli orologi), sempre Piguet sostituirà il cilindro con un piccolo disco, dotato di punte su entrambi i lati, che permetterà anche di aumentare il numero di note.
I carillon, montati successivamente anche sulle tabacchiere, diventeranno nel tempo oggetti a sé stanti e verranno racchiusi dentro scatole, più o meno decorate, che oltre a fare da contenitore, avranno soprattutto la funzione di amplificare il suono delle lamelle; da questo uso deriverebbe il nome “boîtes à musique” e “music box” (“scatole musicali”) adottato dai francesi e dagli inglesi per denominare i carillon.
Nel corso del XIX secolo la produzione di carillon sarà concentrata in Svizzera, in particolare a Ginevra, culla da sempre di una forte tradizione orologiaia; solo il fabbricante francese L’Épée riuscirà a rivaleggiare con i produttori ginevrini, imponendosi sul mercato europeo.
La popolarità delle “boîtes à musique”, come strumenti di riproduzione musicale, declinerà alla fine del XIX, con l’avvento del fonografo e, soprattutto, del grammofono.

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