La Galleria delle Meraviglie

Medaglione-spilla “sentimentale” in oro e avorio, seconda metà ‘700

Ritratto-miniatura di un giovane, realizzato su lastra di avorio e montato su un medaglione in oro giallo 18 ct
Ritratto-miniatura di un giovane, realizzato su lastra di avorio e montato su un medaglione in oro giallo 18 ct ( dettaglio retro)
Ritratto-miniatura di un giovane, realizzato su lastra di avorio e montato su un medaglione in oro giallo 18 ct ( dettaglio retro 2)

1.800,00  IVA inclusa

Medaglione-spilla “sentimentale” in oro e avorio, seconda metà ‘700

Splendido gioiello "sentimentale", della metà del '700, che consiste un ritratto-miniatura di un giovane, realizzato su lastra di avorio e montato su un medaglione (che può essere anche usato come spilla) in oro giallo 18 ct. (750); sul retro è parzialmente conservato, sotto vetro, l'originale monogramma, realizzato ad inchiostro e capelli umani.

Il medaglione, che pesa 20 g. circa, reca il punzone francese del gufo (hibou), che attesta la titolatura dell'oro. Questo tipo di punzonatura è stata introdotta in Francia a partire dal 1893 ed è utilizzata, ancora oggi, per tutti quegli oggetti, non punzonati, che provengono da vendite pubbliche.

Provenienza
Francia

Epoca
Seconda metà XVIII secolo (1760-1790)

Misura
Altezza 4,3 cm. circa; altezza con anello 5,5 cm. circa; larghezza 3,6 cm. circa.

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Note
I gioielli “sentimentali” sono oggetti antichissimi, profondamente radicati nella cultura umana e materiale e, vengono definiti tali, perché esprimono (e celebrano) una ampia gamma di sentimenti: passione, amore, amicizia, ma anche cordoglio e lutto.
La tipologia di gioiello sentimentale più diffusa, nelle diverse epoche e, trasversale agli stili, è il gioiello miniatura, che consisteva in pendenti, bracciali e medaglioni, recanti piccoli ritratti, finemente decorati con smalti e gemme.
A partire dal Rinascimento si adottarono questo tipo di gioielli, sia per il valore celebrativo o diplomatico (la gloria del casato o del regno), sia per quello affettivo (come pegno d’amore o dono nuziale). Le miniature-gioiello erano un modo per portare sempre con sé l’immagine di un familiare o dei genitori (da cui, magari, ci si era separati per qualche ragione) e, per questa motivo, molte volte, sul retro di questi oggetti, era conservata una ciocca di capelli della persona ritratta (non necessariamente defunta), per mantenere vivo il ricordo e vegliare sulla vita di chi li indossava.
Il gioiello miniatura raggiunse la sua massima espressione in Francia, durante il regno di Luigi XIV, il re Sole, dove alla corte di Versailles, per volontà del sovrano, tutto doveva abbagliare e stupire. Ogni celebrazione (matrimonio, battesimo, missione diplomatica o trattativa di pace), era festeggiata con un ritratto-gioiello. Sul retro, non ci si limitava più al semplice monogramma o alla ciocca di capelli, ma si incidevano messaggi sentimentali o celebrativi, come anche corone e stemmi araldici, per sottolineare l’appartenenza aristocratica.
Durante il XVIII secolo si vide lo sviluppo di una nuova interpretazione della miniatura gioiello, cioè come un’espressione di una relazione non più solo diplomatica o cerimoniale, ma di natura più intima e sentimentale. In quest’ottica, verso il 1760, in Inghilterra e sul continente, si sviluppò il mercato di massa dei gioielli commemorativi e “da lutto”, in cui, oltre al ritratto in miniatura, sul retro, i capelli assumevano una dimensione di vera e propria decorazione, talvolta molto complessa. I capelli umani (a volte intrecciati al crine di cavallo per renderli più resistenti) venivano incollati su avorio o pelle per la realizzazione di monogrammi, fiori, uccelli, corone di fiori, ma anche veri e propri “dipinti”, raffiguranti animali e paesaggi, realizzati ad inchiostro e poi abbelliti dai capelli, oppure utilizzando solo strati di capelli.
Ma è, soprattutto, dal 1861, con la vedovanza della regina Vittoria del Regno Unito e lo sviluppo della fotografia, che il gioiello sentimentale, in particolare da lutto, divenne popolare al punto da rappresentare un’espressione del tempo, diffondendosi, velocemente in Europa e nel resto del Mondo.
L’abito nero divenne l’abbigliamento permanente delle vedove, che abbinavano a collane in giaietto o perle, i tipici gioielli, detti “da lutto”. Anelli, medaglioni, pendenti e bracciali, realizzati in oro o argento dorato, contenevano, oltre alla foto ritratto della persona cara scomparsa, anche nomi, date e ciocche di capelli, in forma di riccioli, trecce e monogrammi. Oppure, un’altra tipologia, erano i gioielli da lutto realizzati intrecciando direttamente i capelli dei defunti: una tecnica molto in voga, che raggiunse ottimi livelli di manifattura nel corso dell’800 (al Victoria & Albert Museum di Londra si possono ammirare dei meravigliosi gioielli realizzati con questa tecnica).

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