La Galleria delle Meraviglie

Coppa Daum con violette, 1897-98

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Coppa Daum con violette, 1897-98

Coppa in vetro triplo riposante su base circolare, con decoro di violette e foglie nei toni del viola, finemente inciso ad acido su fondo bianco e blu givré; ripreso con la pittura a smalto e accompagnato da piccoli profili in oro.
Firma in rilievo a cammeo "Daum Nancy" con la croce di Lorena e lettera "R" a smalto sulla base.
L'oggetto, in eccellente stato di conservazione, è corredato da un certificato di autenticità del Signor Franco Borga, Esperto di Vetri Art Nouveau e Déco dell'Unione Europea Esperti d'Arte.

Provenienza
Francia

Epoca
Fine XIX secolo (1897-98)

Misura
Altezza 13,4 cm. circa

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Note
La famiglia Daum lascia l’Alsazia, occupata dai Tedeschi, e si trasferisce a Nancy, dove nel 1878 il capofamiglia, il notaio Jean Daum (1825-1885), rileva una vetreria in dissesto che lavorava vasellame di tipo commerciale. I figli Auguste (1853-1909) laureato in diritto, e Antonin (1864-1930) laureato in ingegneria, a loro volta entrano nell’impresa: il primo si occupa dell’amministrazione e delle vendite, mentre il secondo, dotato di spirito artistico, amante della letteratura e della musica e fervido ammiratore di Wagner, assume la direzione della produzione, che ben presto diventa artistica.
Conquistandosi la stima generale, sul finire del secolo, i fratelli Daum riescono ad elevare la loro produzione ai vertici dell’Art Nouveau, accanto a quella di Gallé. La manifattura Daum, allora chiamata “Verrerie de Nancy”, impianta il suo atelier di decorazione nel 1891 dando avvio alla pittura a smalto ed oro (prima del 1890 si praticava l’incisione alla ruota e alla punta di diamante realizzando decori ancora neo-classici); nel 1893 si inizia l’incisione ad acido su vetri a più strati: coperte con bitume o vernice giudaica le parti da non intaccare corrispondenti al disegno voluto, l’acido lavora fino ad esportare e rendere visibile lo strato di vetro sottostante, di diverso colore. L’ operazione si ripete più volte, oltre che per incidere le linee esterne, anche per dare plasticità al soggetto. Antonin Daum favorisce le iniziative personali dei suoi collaboratori, più lavorazioni vengono impiegate contemporaneamente, ma è sempre lui che compone le ricette che costituiscono l’originale tavolozza cromatica di cui tiene gelosamente segreto il procedimento preparatorio. Una delle tecniche intraprese tra le più difficoltose, ma anche la più apprezzata, è quella detta “intercalaire” che, attraverso l’effetto della terza dimensione, dà alle opere mistero ed audacia. Il brevetto è depositato nel 1899 col termine “décoration intercalaire à grand feu”, ma i primi tentativi, via via migliorati negli anni, risalgono al 1891. Tale lavorazione è da considerarsi forse la più grande tecnica creativa di Daum. Trentotto esemplari vengono presentati all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 e Daum otterrà il Grand Prix. Nel 1899 s’inizia a utilizzare “la tecnica delle polveri colorate”, sia posate in superficie, sia intercalate: si ottengono i “verres de jade”, ad imitazione della giada e di altre pietre dure, e le “vitrifications intercalaires” vetri pieni di profondità e delicatezza, detti anche “impressionisti” per la somiglianza a quel tipo di pittura.
La manifattura sul finire del secolo è in pieno sviluppo e conta trecento lavoranti tra soffiatori, decoratori e incisori. Tra le lavorazioni che eccellono vi è l’incisione alla ruota, una tecnica di difficile esecuzione, impossibile da utilizzare nella produzione in serie, considerata unanimemente ai critici tra le più importanti e significative. La tecnica del vetro “soufflé-moulé”, detta anche “à haut rélief”, che Daum la impiega in una produzione artigianale non di serie, come invece opereranno in seguito Lalique, Sabino e altri utilizzando procedimenti meccanici. Anche per la sua lavorazione di “decorazione a caldo”, le famose “applications”, la manifattura desta notevole interesse per i risultati estetici raggiunti. Il numero delle tecniche intraprese da Daum è tale che non ha uguali fra le vetrerie.
Nel 1904 Daum si accorda con Amalric Walter, proveniente dalla Sèvres, assumendolo per la lavorazione della “pate de verre”; maestro in questa tecnica, realizza vasi, vere e propone piccole sculture in vetro fuso. La lavorazione, firmata Daum fino al 1914, quando Walter ottiene di firmare col proprio nome, quasi sempre accompagnato a quello dello scultore Henri Bergé che crea i modelli, oppure accanto ad altri scultori suoi collaboratori.
Lunga è la lista degli artisti che contribuiranno a scrivere la storia lavorando per Daum: Jacques Gruber, celebre per le sue vetrate e le importanti opere in ebanisteria, che realizza in proprio dopo il 1900, entra da Daum nel 1894 come disegnatore; qui progetta opere altamente qualificate, in particolare temi figurativi ispirati alle opere di Wagner. Henri Bergé (1868-1936) disegna e progetta, nel lungo periodo della sua permanenza alla Daum, i modelli più belli e significativi, come dimostrano i tanti acquarelli rimasti e che accompagna a volte la firma “Daum-Nancy” con la sua sigla. Louis Majorelle (1859-1926) amico d’infanzia di Antonin Daum, ebanista ed esecutore di bronzi e ferri battuti, collabora creando piedi di lampade, abatjours, appliques con fusioni in metallo e ingabbiature per cache-pots in ferro forgiato, opere firmate “Daum Majorelle”. Collaboratore esterno è Edgard Brandt che fornisce i suoi pregevoli ferri battuti. I fratelli Schneider, maestri verriers, svolgono la loro formazione-collaborazione, prima di mettersi in proprio con una loro produzione tipica. Eugène Damman e Dufour, pittori e decoratori, noti per il loro stile da miniaturisti, con la tecnica “a smalto” o della “grisaille”. Eugène Gall, capo-verrier, soprannominato l’uomo dei lavori impossibili, più volte premiato in occasione di mostre a cui Daum partecipa durante i suoi quarant’ anni di permanenza nella manifattura. Infine, tra le decine di incisori alla ruota, vanno ricordati per le splendide opere, i fratelli Henri e Paul Racadot, i Merchand, padre e figlio, e (dopo il 1914) Louis Gisquet. Nel periodo fra le due guerre emergono i nomi di Émile Toussant, Gaston Poulet e Émile Wirtz.
Nel 1901 viene fondata la famosa “Ecole de Nancy” per la cooperazione e lo sviluppo delle arti, dell’industria e dell’artigianato: a questa alleanza aderiscono Émile Gallé (eletto presidente), i Daum, Louis Majorelle, Eugène Vallin e Victor Prouvé, ma ne beneficieranno direttamente o indirettamente tutti gli artisti della laboriosa terra lorenese.
L’Art Nouveau all’apice alla fine del secolo, dura formalmente fino al 1914, anno in cui la manifattura Daum spegne i forni a causa della guerra. Intanto però, con l’entrata nel 1911 di Paul Daum (1888-1944), nipote di Antonin, la manifattura avvia un periodo di transizione, iniziando una svolta stilistica, che, fermata dalla guerra, si impone dopo la riapertura, nel 1919, con decori stilizzati, in opposizione all’Art Nouveau. Dopo la guerra Antonin Daum resta ad osservare i nipoti che prendono le redini della vetreria portandola alle più alte vette dell’Art Déco. Muore nel 1930, restando nella storia come il grande artista che ha saputo trasformare il vetro, con l’ arte del fuoco, in opere e capolavori. Seguendo la nuova linea estetica, Daum crea ormai vasi e lampade con forme, colori e ornamentazioni completamente rinnovati. I decori non osservano più la natura, una visione cubista mette in risalto le geometrie o i motivi di pura invenzione, oppure compaiono fortemente stilizzati animali, uccelli, fiori e frutti, in puro stile déco. L’interesse destato da questi ultimi vetri Daum si diffonde dopo il consenso ottenuto nel 1925, quando la manifattura presenta alla grande Esposizione di Arti Decorative di Parigi cinquanta pezzi fuori concorso. Nel 1937 la manifattura partecipa all’Exposition Internationale des Arts et Techniques di Parigi con opere in vetro monocromo sempre più spoglie di decorazione e con una nuova linea di cristalli incolori intagliati alla mola, dalle sfaccettature che rifrangono la luce. Paul Daum dirige l’Impresa coadiuvato dal maestro decoratore Emile Wirtz fino al 1940, quando, per la seconda guerra mondiale, la fabbrica si ferma nuovamente. Durante la guerra Paul Daum viene deportato dai nazisti e non fa più ritorno.
Nel 1945, alla riapertura, le mansioni direttive della firma sono assunte da Henri Daum (1889-1960) fratello di Paul, da Michel Daum (nato nel 1900) figlio di Antonin e dai nipoti Jacques Daum e Antoine Froissart. Inizia l’era del cristallo bianco trasparente dalle infinite armoniose forme, tirato per torsione e lavorato alla pinza e al crochet, nello stile più tardi chiamato “anni 50”. Le opere sono firmate “Daum” con la croce di Lorena e “Nancy”.

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