Centrotavola Schneider Art Déco
930,00 € IVA inclusa
Centrotavola Schneider Art Déco
Centro tavola di vetro ispirato, nella forma, ai cappelli a cono di paglia. Originari dell'est e sud-est asiatico, sono particolarmente diffusi nel Vietnam, Cina, Giappone, dove vengono usati, essenzialmente, come protezione dal sole e dalla pioggia, specialmente da chi lavora nei campi di riso. Data la forma particolare, è diventato quasi un sinonimo dell'Asia e degli asiatici in generale.
Il centro tavola è caratterizzato, nel centro, da un inteso color viola ametista (tipico della produzione di Schneider), che sfuma, poi, gradatamente, verso l'incolore. I bordi sono decorati ad acido con un motivo tipicamente giapponese, che vuole riprodurre l'intreccio della paglia stilizzato. Nella base è incisa a mano, con caratteri corsivi, la firma Schneider.
Provenienza
Francia
Epoca
Art Déco (1925-1940)
Misura
Diametro 38,7 cm. circa; altezza 7,6 cm. circa
Note
I fratelli Ernest (1876-1937) e Charles Schneider (1881-1953), originari della Lorena, dopo gli studi, entrano, verso il 1903, nella manifattura Daum, a Nancy, come lavoranti; collaborano saltuariamente anche con altri maestri vetrai, come Emile Gallé. Nel 1910 lasciano Nancy e si trasferiscono a Epinay-sur-Seine, dove rilevano una vetreria in dissesto e ne iniziano la ristrutturazione. Con l’aiuto di alcune decine di vetrai fatti venire dalle ditte concorrenti (Daum, Muller e Lalique), il 25 novembre 1913 aprono la loro fabbrica. Lo scoppio, però, della prima guerra mondiale, interrompe la loro attività, che riprende solo dopo il 1918, quando i fratelli Schneider organizzano la produzione artistica della loro azienda seguendo l’esperienza acquisita da Daum: Ernest si occupa dell’amministrazione e la parte commerciale, mentre Charles la direzione della lavorazione, compito che svolge con bravura, dando impulso e carattere all’azienda con creazioni che raggiungono il successo in Europa e in America. La nuova linea, messa a punto nel 1918 (e che si esaurirà nel 1925), riguarda vetri di Art Nouveau in cui Charles Schneider crea le opere più belle e significative. Sempre alla ricerca di soluzioni e temi nuovi, sperimenta nuove pigmentazioni che donano colori insoliti in vetreria, determinando ben presto una specialità della sua marca. Egli stesso assiste e dirige la soffiatura dei modelli e, sebbene la ditta raggiunga nella sua epoca più fruttuosa quasi 500 dipendenti, la lavorazione resta di tipo artigianale: ogni vetro può essere simile ad un altro, ma c’è sempre qualcosa che lo differenzia.
Dal 1925 (fino al 1930), quando la meccanizzazione cambia velocemente le condizioni di vita, i fratelli Schneider subiscono l’influsso dell’Art Déco, con l’esaltazione della linea dritta e la gemotrizzazione del disegno. In questi anni la loro produzione è molto variata: vetri lisci e colorati nella massa, molto geometrici, incisi profondamente ad acido, intagliati alla ruota o decorati al getto di sabbia (lavorazione molto simile a quella di Daum). Nel 1926-27 la manifattura, attrezzata con moderni forni a gas, diventa la più importante delle vetrerie d’arte francesi; accanto alle creazioni artistiche si accompagna ora una produzione più commerciale rappresentata da vetri per l’illuminazione. La manifattura conosce una forte espansione, gli Schneider stentano ad evadere gli ordini che continuano a giungere dall’America del Nord e del Sud.
Con la crisi del 1929-30 gli Stati Uniti, i maggiori clienti di Schneider, cessano l’importazione; la manifattura è costretta a licenziare i lavoranti riducendo la manodopera a 100 persone, adattandosi ad inviare i suoi specialisti in prestito ad altre marche dove a volte vi è più lavoro.
Nel decennio 1930-’40 non vi sono grandi innovazioni, la lavorazione prosegue nello stile, tecniche e modelli già in produzione negli anni precedenti; nel 1937 il maggiore dei fratelli, Ernest, muore.
L’attività si arresta nel 1940 con l’inizio della seconda guerra mondiale e, con l’occupazione tedesca della fabbrica, tutti i documenti in archivio vengono distrutti.
A guerra finita bisognerà attendere il 1949 per il rilancio della firma: Charles Schneider ed i figli Charles junior (1916-1984) e Robert-Henry (1917-1988) fondano una nuova vetreria a Epanay-sur-Seine. La produzione impiega una ventina di dipendenti ed è orientata al cristallo incolore lavorato alla pinza; il padre crea ancora qualche modello prima della sua scomparsa, il 7 gennaio 1953, all’età di 72 anni.
Una drammatica esplosione di gas nel 1957 arresta l’attività della cristalleria, che riprende solo nel 1962 trasferendosi a Lorris nel Loiret, dove continua fino al 1981, anno di definitiva chiusura.
Tra i vari tipi di firme, a smalto, ad acido, alla ruota o moletta, al getto di sabbia, compaiono Schneider, Le Verre Français, Charder (fusione di Charles e Schneider) e, per un breve periodo, la minuscola bandierina francese blu-bianco-rosso inserita nel vetro.
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